PER SAPERNE
DI PIU'
L'estensione dell'infezione dall'osso temporale all'interno
della scatola cranica richiede una rapida diagnosi e una
terapia efficace per impedire danni neurologici permanenti
che possono sfociare anche nella morte del paziente.
Le complicanze possono originare direttamente sia da
una otite media acuta con mastoidite, che da una otomastoidite
cronica con distruzione ossea.
In un paziente con un'infezione otitica che è febbrile
e continua a lamentare un severo dolore all'orecchio e
alla mastoide, oppure cefalea, nonostante una corretta
terapia antibiotica, bisogna sempre sospettare una estensione
intracranica dell'infezione
Anche se l'incidenza della morbilità e della mortalità
si è decisamente ridotta nell'era antibiotica, queste
complicanze, soprattutto la meningite, non sono scomparse.
Altre complicanze possono essere: ascesso epidurale,
tromboflebite del seno laterale, ascesso cerebrale, idrocefalo
otitico.
L'infezione dentro l'osso temporale può raggiungere lo
spazio intracranico attraverso tre vie:
(1) per continuità o contiguità,
(2) per via ematogena,
(3) a causa di tromboflebiti.
L'ascesso extracranico subperiostale, l'ascesso intracranico
extradurale e la troboflebite del seno sigmoide sono quasi
sempre il risultato di una diffusione diretta dell'infezione
dell'osso temporale.
Ascessi sottodurali o encefalici possono anche essere
causati da una diffusione diretta lungo il piano dei tessuti
molli attraverso il canale petromastoideo verso la fossa
cranica posteriore o lungo la sutura petrosquamosa verso
la fossa cranica media.
C'è un ricco reticolo di vene all'interno e attorno l'osso
temporale, e queste vene comunicano direttamente con le
vene extracraniche, intracraniche e diploiche del cranio.
La tromboflebite di una qualsiasi di queste vene, può
diffondersi alle altre, determinando osteomielite o ascessi
cerebrali a distanza dall'osso temporale.
La meningite, soprattutto nei bambini piccoli, risulta
da una disseminazione per via ematica.
La frequente associazione tra otite media acuta, polmonite
e meningite è probabilmente dovuta al fatto che tutte
e tre le malattie derivano da una infezione batterica
sistemica che origina dalle alte vie aeree.
L'otomastoidite cronica batterica determina meningite
per diffusione diretta attraverso l'osso e la dura o attraverso
l'orecchio interno per una fistola labirintica prodotta
da un colesteatoma.
MENINGITE
La meningite secondaria è una malattia tipica dei bambini
con otite media acuta.
Come regola generale, i batteri che causano la meningite
sono simili a quelli che causano le infezioni acute dell'orecchio.
Meningiti ricorrenti associate ad infezioni dell'orecchio
medio suggeriscono la presenza di una fistola a livello
della barriera ematoencefalica e lo Streptococco pneumoniae
come l'agente eziologico più facilmente responsabile.
ASCESSO EPIDURALE
L'ascesso epidurale è la più frequente complicanza intracranica
secondaria a infezioni dell'orecchio.
Si tratta di una raccolta di materiale purulento sita
tra la dura madre e l'osso della fossa cranica media o
posteriore.
La dura madre è di regola una efficace barriera, e le
infezioni rimangono localizzate all'esterno del sistema
nervoso centrale.
Gli ascessi extradurali sono frequentemente asintomatici
e vengono scoperti casualmente in corso di mastoidectomia.
Gli ascessi extradurali della fossa cranica media possono
ingrandirsi e comprimere il lobo temporale, al contrario
quelli della fossa cranica posteriore rimangono piccoli
in quanto la dura è strettamente adesa e difficilmente
scollabile.
I sintomi iniziali sono febbre, severa cefalea e vomito,
ma non ci sono segni neurologici focali e questo può creare
problemi diagnostici e terapeutici.
TROMBOFLEBITE
DEL SENO LATERALE
Dei tre seni durali, intimamente connessi all'osso temporale,
il seno laterale è quello più frequentemente colpito da
infezioni acute o croniche dell'osso temporale.
Un'infiammazione nello spazio extradurale adiacente al
seno laterale causa una flebite locale e la formazione
di un trombo murale.
Il trombo si ingrandisce dentro il lume del vaso e può
occluderlo o infettarlo.
Tale trombo può propagarsi in altre direzioni ed organizzarsi.
Quando si infetta emboli settici vengono rilasciati nel
circolo ematico causando setticemia (febbre, tremori,
etc.).
ASCESSO CEREBRALE
Come detto in precedenza gli ascessi cerebrali associati
ad infezioni dell'orecchio, originano soprattutto da tromboflebiti
venose piuttosto che da diffusione diretta dalla dura
madre.
Viene colpito soprattutto il lobo temporale, meno frequentemente
il cervelletto.
All'interno degli ascessi cerebrali si possono riscontrare
sia germi aerobi che anaerobi e, al contrario di ciò che
si può pensare, l'Haemophilus influenzae e lo Pseudomonas
aeruginosa, che sono i microrganismi più frequentemente
responsabili delle infezioni auricolari, raramente determinano
ascessi cerebrali.
I segni neurologici associati con l'ascesso del lobo
temporale sono spesso sfumati.
Talvolta si può verificare un'emianopsia del quadrante
superiore per coinvolgimento della radiazione ottica controlaterale
e se l'ascesso si localizza in corrispondenza dell'emisfero
dominante ci possono essere alterazioni della parola.
Qualche volta si verificano dei deficit al viso o al
braccio controlaterale, ma grosse paralisi sono rare.
I segni di un ascesso cerebellare sono sempre più importanti
di quelli cerebrali.
Il paziente presenta rigidità nucale, tiene il capo rigido
in posizione tiltata e lamenta atassia, disritmia e dismetria.
Un gaze-evoked nistagmo asimmetrico può essere evocato
con lo sguardo diretto verso il lato patologico.
IDROCEFALO OTITICO
Nel 1931 Symonds coniò il termine di idrocefalo otitico
per descrivere una sindrome caratterizzata da aumento
della pressione intracranica senza evidenza di meningite
o di ascesso cerebrale in pazienti con infezioni croniche
dell'orecchio.
Symonds successivamente ipotizzò che l'edema cerebrale
causato dalla trombosi del seno sagittale superiore portasse
a un riassorbimento asimmetrico del liquido cefalorachidiano.
DIAGNOSI
Una complicanza intracranica deve sempre essere supposta
in un paziente con infezione auricolare che nonostante
una corretta terapia antibiotica continua a lamentare
severo dolore auricolare e cefalea.
La presenza di febbre, rigidità nucale e una positività
ai segni di Kernig e di Brudzinski confermano la supposizione
iniziale.
Dopo un'attenta e scrupolosa visita il medico dovrebbe
far eseguire una TC con mezzo di contrasto che potrà evidenziare
l'erosione ossea, la raccolta di pus entro la cavità intracranica
e la trombosi dei seni venosi.
La TC talvolta non riesce a far vedere piccole raccolte
di pus extradurali o subdurali e le prime fasi della formazione
di un ascesso cerebrale, che peraltro possono essere identificate
da una RM.
Se viene riconosciuta una lesione è importante eseguire
una puntura lombare per analizzare il liquido cefalorachidiano.
Il caratteristico profilo della meningite batterica (pleocitosi,
riduzione del glucosio e aumento delle proteine) è facilmente
identificato.
Variazioni più sfumate (pleocitosi monocitica, debole
incremento proteico) possono verificarsi con raccolte
di pus nello spazio epidurale o con ascessi cerebrali.
Il repertamento di aumento della pressione intracranica
senza una lesione strutturale identificabile suggerisce
il pericolo di una trombosi del seno sagittale.
Una angiografia cerebrale, in questo caso, può identificare
una tromboflebite sinusale che non era stata riconosciuta
dalla TC.
TERAPIA
La terapia delle complicanze intracraniche secondarie
a patologie dell'orecchio ha due scopi
(1) eradicazione dell'infezione con un'appropriata
terapia antibiotica
(2) adeguato drenaggio o asportazione del tessuto infetto
se necessario.
Complicanze dovute a otite media acuta sono di norma
ben controllate da una miringotomia e da una adeguata
terapia antibiotica.
Quando c'è una raccolta di pus all'interno della cavità
cranica, il trattamento è diretto prima di tutto a ridurre
la pressione intracranica, evacuando l'empiema.
Una corretta terapia per la meningite richiede prima
di tutto di identificare il microrganismo responsabile
e di intraprendere una specifica terapia antibiotica endovenosa
e di eseguire periodiche punture lombari per monitorare
la malattia.