SEGNI CLINICI
Le patologie autoimmuni dell'orecchio interno sono una
non comune ma importante causa di progressiva perdita
bilaterale della funzione uditiva e vestibolare.
Possono verificarsi nei bambini (anche se sono molto
più frequenti negli adulti).
Possono essere limitate all'orecchio interno (anche
se più spesso fanno parte di un disordine autoimmune sistemico
complesso che coinvolge l'orecchio interno ed altri organi
bersaglio).
La disfunzione dell'orecchio interno può cominciare
da un lato ma invariabilmente evolve colpendo anche l'altro,
conducendo ad una perdita bilaterale completa della funzione
uditiva e vestibolare a meno che non venga iniziata una
terapia specifica.
Sono state identificate tre sindromi cliniche caratteristiche:
(1)l'orecchio interno viene colpito unitamente ad
altri organi in corso di patologia autoimmune sistemica
(poliarterite, artrite reumatoide, rettocolite ulcerosa),
(2)coinvolgimento dell'orecchio interno unitamente a
cheratite interstiziale (sindrome di Cogan),
(3)coinvolgimento del solo orecchio interno.
Spesso i pazienti possono passare da una categoria ad
un'altra; la tipica progressione è (3),(2),(1).
I segni clinici spesso cominciano con ipoacusia fluttuante,
senso di pressione auricolare, acufeni e vertigine.
Tali sintomi potrebbero far porre una diagnosi errata
di idrope endolinfatica, ma a differenza della malattia
di Mèniére idiopatica, questi sintomi rapidamente (settimane
o mesi) vanno a colpire anche l'orecchio controlaterale.
FISIOPATOLOGIA
Nella patologia autoimmune dell'orecchio interno è coinvolta
sia l'immunità umorale che cellulare.
Yoo e col. Sono stati in grado di riprodurre un modello
animale di patologia autoimmune dell'orecchio interno
immunizzando dei ratti con collagene tipo 2.
Gli animali immunizzati sviluppavano una disfunzione
uditiva e vestibolare che non era presente nei controlli.
Studiando le ossa temporali di questi animali con tecniche
a immunofluorescenza, furono trovati degli immunocomplessi
nella parete vasale dell'arteria cocleare, nel tessuto
fibroso perivascolare e nell'osso circostante.
Fino ad oggi sono stati eseguiti pochi studi su ossa
temporali di pazienti affetti da sindrome di Cogan, e
a sorpresa, non sono stati identificati fenomeni vasculitici
anche in pazienti che presentavano vasculiti in altri
distretti.
Il reperto più tipico è stato una diffusa degenerazione
degli elementi nervosi dell'orecchio interno.
L'idrope endolinfatica è stata riscontrata in un solo
caso.
DIAGNOSI
La diagnosi di patologia autoimmune dell'orecchio interno
è basata sul riscontro dei segni clinici caratteristici
che ho descritto in precedenza, unitamente agli esami
di laboratorio che confermano il deficit immunitario.
Dovrebbe essere esaminato qualsiasi paziente con patologia
dell'orecchio interno progressiva bilaterale, soprattutto
quelli con diagnosi di idrope endolinfatica che progredisce
rapidamente e non risponde alla terapia farmacologica.
Il valore della VES, la presenza di crioglobuline o di
fattori del complemento sono utili ma non diagnostici.
Hughes e coll.
Suggeriscono che la trasformazione linfocitaria è il
test più specifico per fare diagnosi di patologia autoimmune
dell'orecchio interno.
Essi riportavano comunque che il test poteva dare falsi
negativi (normalità) anche in pazienti con sintomi acuti.
L'esame otoneurologico evidenzia il deficit vestibolare
alle prove caloriche
L'esame audiometrico dimostra l'ipoacusia neurosensoriale
TERAPIA
Le linee guida per la terapia delle patologie autoimmuni
dell'orecchio interno sono controverse.
Sono stati tentati molti schemi terapeutici con risultati
contrastanti.
C'è un generale accordo, comunque, che il trattamento
iniziale dev'essere condotto con steroidi ad alte dosi
per i primi giorni.
Segue poi una terapia a scalare, fino ad arrivare ad
una dose di mantenimento che viene somministrata per alcuni
mesi.
La terapia è tanto più efficace quanto più precocemente
viene iniziata.
Dopo la sospensione della terapia, normalmente vi è un
periodo di stabilità, ma non è eccezionale la ripresa
della malattia anche dopo un lungo periodo di quiescenza.
Se la terapia steroidea fallisce Hughes ha proposto l'uso
di farmaci citotossici.
Recentemente la plasmaferesi è stata utilizzata con buoni
risultati in paziente non responsivi alla terapia steroidea
e citotossica.
In realtà la plasmaferesi rimuove la fase acuta degli
immunocomplessi ma non incide sull'evoluzione della patologia
di base.
Perciò non dovrebbe sostituire la terapia steroidea o
citotossica, ma dovrebbe essere utilizzata in combinazione
ad essa.
La protesizzazione acustica è indicata se permane un
deficit uditivo.
Se il paziente lamenta disequilibrio o oscillopsia a
causa del deficit labirintico è molto importante eseguire
dei cicli di riabilitazione vestibolare che è l'unica
terapia in grado di ricompensare tale deficit.